La Repubblica fondata sulla Trattativa

Intervista alla giornalista e scrittrice tedesca Petra Reski che ci parla di Mafia. La Reski fa nomi e cognomi come quello di Marcello Dell’Utri. Durissimo l’attacco della giornalista contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una profonda riflessione sulla percezione del fenomeno Mafia fuori dai confini italiani. I tedeschi, ad esempio, pensano che la mafia sia un elemento di Folklore made in Italy. I giornalisti non sanno e politici non dicono. Petra Reski ci racconta di aver ricevuto minacce di morte che l’hanno obbligata all’utilizzo della scorta. La Cosa

LaCosa
Il suo libro, Santa Mafia è stato censurato dopo pubblicazione avvenuta in Germania. Lei cita alcuni nomi che appunto non è possibile nominare, ha avuto credo anche una minaccia di querela da Marcello Dell’Utri. Scrive nel libro che i tedeschi sottovalutano la ‘ndrangheta e dicono sostanzialmente che è un fenomeno esclusivo italiano e lei invece dice no, i capitali di questa vengono investiti anche e adesso in questa fase soprattutto in Germania. Ecco, secondo lei perché c’è questa sottovalutazione del fenomeno in Germania?

Petra Reski
L’ultima volta quando si è parlato di Mafia in Germania era stato nel ’92, in seguito agli attentati in Sicilia, Falcone o Borsellino, perché Falcone ha avuto l’ultima lettera di minacce dalla Germania, da Wuppertal, e Falcone e Borsellino tutti e due avevano fatto ricerche in Germania, riguardo l’uccisione di Rosario Livatino, il giudice siciliano, perché i killer sono stati mandati dalla Germania.
All’epoca, dopo l’uccisione di Falcone e Borsellino i media italiani parlavano della cosiddetta pista tedesca. Questo arrivava con un po’ di ritardo anche in Germania e tutti sorpresi: “Ma quando mai la pista tedesca?” Da quella volta, dal ’92, praticamente fino al 2007, quando c’è la strage di Duisburg non si è mai parlato di Mafia in Germania. Io in tutti questi anni non ho mai sentito un politico tedesco utilizzare la parola Mafia.

LaCosa
Manca anche una legislazione adeguata che combatta la criminalità organizzata?

Petra Reski
Sì, certo! L’associazione mafiosa non è reato, non viene definita come quella italiana 416 bis, perché? E questo è interessante: perché in Germania c’è un’associazione a delinquere di stampo mafioso, però in questo caso deve essere dimostrato che stavano preparando un preciso delitto. La confisca è praticamente impossibile, perché un soggetto deve avere già una sentenza definitiva per Mafia, visto che in Germania non si viene condannati per Mafia, i mafiosi semmai vengono condannati per traffico di droga, di armi, raramente per corruzione. Non hanno precedenti in Italia, perché vivono da tanti anni in Germania, dunque non hanno sentenze per mafia e non possono essere confiscati i beni dunque. Le intercettazioni non sono possibili né a casa né in luoghi pubblici, dunque nessuno tenta neanche più di intercettare qualcuno.
Riciclaggio, in Germania c’è l’inversione l’onere della prova, che cosa vuole dire? Che il poliziotto o il magistrato deve dimostrare che i soldi che hai investito sono sporchi.

LaCosa
Lei avrà appreso, come tutti noi, tristemente, la notizia secondo la quale sarebbe arrivato il tritolo a Palermo per un attentato al Giudice Di Matteo, il PM che sta seguendo e istruendo il processo sulla trattativa, che sensazione le ha dato questa notizia?

Petra Reski
Mi stupisce il poco eco che ha avuto nei media italiani. Tutti questi giudici della trattativa sono sotto pressione, da quando hanno iniziato il processo. Ogni italiano dovrebbe sapere veramente che cosa è successo durante questi anni, come ha detto Salvatore di Borsellino, giustamente, questo è il peccato originale della seconda Repubblica che è stata creata, proprio sui cadaveri di Falcone e Borsellino no? Dunque con la trattativa tra lo Stato e la mafia. Io vorrei anche sentire un monito da Napolitano, per esempio, in favore dei giudici palermitani, perché lui dovrebbe essere quello che fa moniti a chiunque… un giudice che fa queste indagini, giustamente, dovrebbe essere protetto e non essere in pericolo, e lo trovo veramente allucinante. Diciamolo chiaramente, tutti questi giudici di Palermo sono odiati dalla politica perché sono stati quelli che hanno fatto i processi contro i politici, contro Marcello Dell’Utri prima e dopo per la trattativa e anche contro Andreotti, bisogna ricordarsi. In Italia si cercava da sempre di neutralizzare questa procura e trovo che gli italiani dovrebbero saperlo, perché questa è la politica di ogni giorno, che definisce ancora la politica di oggi! Io capisco benissimo gli interessi politici a non diffondere questa notizia delle minacce contro Di Matteo e gli altri giudici, però questo fatto che Napolitano ha insistito a fare distruggere il contenuto della telefonata con Mancino: è una grande vergogna! E‘ una cosa che tutti gli italiani dovrebbero sapere!

LaCosa
I media tedeschi hanno riportato questa notizia dell’arrivo del tritolo a Palermo? Che lei sappia?

Petra Reski
No, oggi per lo meno per quello che ho letto proprio no! In Germania non si è parlato della Trattativa, non si parla neanche di giudici minacciati, perché è una cosa per un giornalista tedesco complicata. La mafia viene descritta come una cosa folkloristica che balla e canta e ogni tanto si ammazzano tra di loro e non come succede veramente.

LaCosa
Lei ha mai avuto paura? Ha mai ricevuto minacce?

Petra Reski
Sì, io ho ricevuto minacce. Sono stati anni abbastanza duri, ho avuto delle minacce durante la presentazione di un libro, varie volte sono stata minacciata anche in Tribunale, purtroppo ero l’unica che parlava italiano in Tribunale e dunque gli altri non hanno capito che mi stavano minacciando e come. Ho ricevuto lettere, mail, circostanze non molto chiare. La polizia tedesca ha preso molto sul serio questa cosa quando avevo delle cose, in pubblico avevo sempre la scorta. Quando uno è minacciato, il fatto di sentirsi solo, questo è peggio ancora delle minacce. I miei colleghi giornalisti tedeschi pochissimi hanno capito veramente che cosa è successo e che cosa significa una cosa, non solo contro di me, ma contro un giornalista in generale, e questo mi ha frustrato molto e sono contenta di vivere in Italia perché in Italia grazie a Grillo, grazie anche a Enrico Fiero, che all’epoca lavorava per l’Unità, che mi ha dedicato un articolo, così ho avuto un sostegno in Italia incredibile, che mi ha rassicurato, perché in Germania veramente è stato per me molto molto umiliante questo fatto, perché io volevo fare capire ai tedeschi che cosa sta accadendo lì. E sentirmi dire: “Che cosa sarebbe, beh, ha fatto uno scherzo”, sì, è stato abbastanza pesante.

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